mercoledì 21 giugno 2017

Monte Cernera

SUPERGRUPPO ALPINO:
Dolomiti Ampezzane


E' martedì 20 giugno 2017, il cielo è poco nuvoloso, il clima è umido e abbastanza caldo, ma non troppo, Siamo in tre e verso le 10 arriviamo in auto al Passo Giau (m 2233), a Sud-Ovest di Cortina d'Ampezzo. Nel parcheggio ci sono più motociclisti che auto. Imbocchiamo a piedi il sentiero n. 436 che in breve, con moderati saliscendi, ci porta verso Sud-Est prima a Forcella Zonia (m 2233) e poi a Forcella Col Piombin (m 2239). Qui giunti in poco più di un quarto d'ora, prendiamo a destra (Sud-Ovest) il sentiero con indicazione Sentiero alpinistico Cernera, tutto abbondantemente segnalato da recenti bolli rossi. A qualcuno l'aggettivo usato pare eccessivo, ma vorrei dire sin d'ora che questa ascensione, pur non presentando tratti critici se si ha un po' di confidenza con la montagna, non va affatto sottovalutata. Il dislivello complessivo è sì limitato, e i tre passaggi attrezzati con corda fissa metallica sono brevi e non acrobatici, ma l'intero percorso comporta un'adeguata preparazione, sia fisica che psicologica. Aggiungo che io ho richiesto ai miei compagni di adattarmi un cordino con due moschettoni per sentirmi più sicuro sulle corde fisse: questa cautela non sarebbe però necessaria per il Cernera, se si ha piede fermo e magari pratica di ferrate.

Comunque senza trovare più alcun umano fino al ritorno partiamo in orizzontale verso il vero e proprio attacco alla cima, che è rappresentato dal primo tratto attrezzato. La corda è breve, ma gli appoggi non sono eccessivi e l'esposizione non è trascurabile. Poco dopo troviamo la seconda corda fissa, dopodiché la pendenza si fa sostenuta, sia pure in zona erbosa e non troppo disagevole. Affrontiamo un bivio sotto la parete rocciosa, e prendiamo a sinistra, dove troviamo subito il terzo tratto attrezzato, il più lungo, ma anche il più articolato ed il meno esposto. Come per tutta l'odierna via di salita, è importante che il terreno sia ben asciutto. Inizia poi l'attraversamento di una zona di roccette ghiaiose molto ripide, dopodiché si arriva al più dolce pendio sommitale, che ci porta alla croce di vetta (m 2664),

Il panorama è ampio e di tutta soddisfazione, soprattutto per chi - a differenza di me - non soffre di vertigini e non è preoccupato per il ritorno. La salita, che abbiamo percorso a ritmo moderato, ci ha richiesto più di 2 ore e mezza, anche perché include molti tratti ripidi e faticosi. Dopo una mezz'ora di riposo, con il tempo che si fa un po' incerto, firmato il libro di vetta iniziamo la discesa, che ricalca pedissequamente l'itinerario di andata. Nei tratti ripidi si rivelano utili i bastoncini da trekking, che uso da alcuni anni. La mia preoccupazione forse era un po' eccessiva, ma ribadisco che i passaggi attrezzati vanno presi sul serio, e solo dopo aver superato l'ultimo ammiro in distanza una marmotta e mi sento invadere dalla tranquillità e dalla soddisfazione di avere salito per la seconda volta questa vetta, che domina la Val Fiorentina. La parete Sud-Est del Cernera che si vede da Santa Fosca è sicuramente molto verticale e alpinistica, soprattutto se confrontata con il versante che abbiamo salito noi, ma l'orgoglio di poter dire "io sono stato lassù" non ne risente.



DISLIVELLO IN SALITA: m 550
ORE DI CAMMINO: 5
DIFFICOLTA': EE

tracciato.gpx

2 commenti:

Mino ha detto...

Segnalo una possibile variante di discesa, molto remunerativa. Dopo la discesa del primo canalino attrezzato, si prende una traccia sulla sinistra che porta in breve alla splendida finestra di Forcella Ciazza. In pochi minuti seguendo la facile cresta erbosa si guadagna la cima del Monte Verdal (m. 2491), più basso e appartato del Cernera, ma con una prospettiva diversa dei panorami, resi più rassicuranti dalla sottostanti praterie erbose di discesa; si scende con percorso libero il largo pendio, tenendosi sulla sinistra per evitare un tratto più scosceso. Si raggiungono così i vasti Piani di Possoliva, da cui si scende nel bellissimo ambiente alpestre della solitaria e appartata Val Zonia, che si risale fino a raccordarsi con il percorso dell’andata a Forcella Zonia (possibilità di avvistare camosci).

Kaa ha detto...

Sottoscrivo la nota di Mino; la "variante" può diventare gita a sé stante - con un bel giro ad anello - partendo dalla Val Codalonga e percorrendo dall'inizio tutta la Val di Zonia. Attenzione però scendendo dal Verdàl: ci sono bolli sbiaditi ed in genere anche paletti (se non sono stati abbattuti) ma in caso di scarsa visibilità bisogna aver un po' di fiuto per seguire la traccia perché all'inizio sono tutti prati aperti.
Se è di vostro interesse segnalo un gruppo Facebook creato apposta (senza fini di lucro) per parlare dei sentieri attorno alla Val Fiorentina: https://www.facebook.com/groups/ValFiorentina/

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