Catena Cavallo-Visentin
E' martedì 10 dicembre 2019, il clima è fresco, il cielo è sereno, con qualche foschia verso la pianura. Sono solo e verso le 10 parcheggio l'auto a quota m 315 circa, 1 km a nord di Tovena, sulla strada per il passo San Boldo. Poco prima del primo dei 18 tornanti della salita al passo, sulla sinistra (Ovest) c'è un capitello dedicato a Santa Ottilia. Di fronte, sulla destra, c'è uno spiazzo dove lascio la mia auto.
A destra del capitello inizia il sentiero Sergio Zanin, che qui e al suo termine porta l'indicazione del numero Cai 1031 bis, mentre sulla carta topografica n. 68 dell'editore Tabacco ha la numerazione 1031. Imbocco il sentiero, che poco dopo passa a fianco della chiesetta sconsacrata di san Vigilio e poi si impenna brevemente fino ad una modesta, ma curata (all'esterno) costruzione in legno a un piano, dotata di fonte esterna di acqua, l'unica in tutto il percorso odierno.
Subito dopo si arriva a un bivio, opportunamente dotato recentemente di due frecce che indicano a sinistra il nostro sentiero e a destra il "triol del Roby". Entrambi i sentieri hanno la stessa meta, e nel passato la mancanza di questa doppia indicazione poteva indurre a tenersi a destra (come ho fatto io due volte), ma il triol del Roby ha uno sviluppo poco logico, perché inutilmente ardito in certi passaggi, e quindi non mi sento di consigliarlo nemmeno per la discesa, a meno che non si sia in cerca di qualche emozione.
Il nostro tracciato invece è scelto con molta cura, evita esposizioni e si mantiene sempre sicuro. Prima si attraversa un tratto quasi pianeggiante, poi il sentiero inizia a salire con decisione in un bosco continuo di alberi poco imponenti, tra i quali distinguo molti noccioli. Poco sopra i 600 metri di quota, si raggiunge un altro bivio, ben segnalato. Anche qui dobbiamo tenere la sinistra (Ovest), mentre a destra ci si raccorderebbe col triol del Roby.
Una ripida e prolungata salita porta quindi ad una cresta, dalla quale a sinistra (Nord-Ovest) si vede la parete montuosa dove si trova il bivacco dei Loff sormontato dal Crodon del Gevero.
La cresta, inizialmente orizzontale e poi in salita verso Nord, sormonta due versanti alquanto dirupati, ma ben alberati ad attenuare il senso di vuoto. Da qui si vede anche la modesta cima dove termina il sentiero, ed ho notato che tale meta sembra più distante di quanto non sia veramente.
Terminata la cresta si affronta la rampa finale, che con qualche passaggio roccioso un po' scosceso, ma non pericoloso, porta alla Cima Campo (m 955), dove c'è un tavolino con due panche per un'opportuna pausa di ristoro.
Qui si notano un appostamento militare, scavato e ricoperto di pietra forse un secolo fa, ed un punto panoramico - non adatto a chi soffre di vertigini - sulla sottostante valle che sale fino al passo San Boldo. Un cartello indica il più volte citato triol del Roby, ma non è facile capire dove si possa imboccarlo. Sempre da qui si snoda verso NordOvest un sentiero che porta in breve al passo della Scaletta, da cui si può scendere al passo San Boldo (m 700) con un sentiero che ben presto si trasforma in stradina asfaltata.
Io invece ritorno sui miei passi e sfidando il vento che soffia sulla cresta, senza però mettermi davvero in difficoltà, ritorno infine al capitello di santa Ottilia.
tracciato.gpx
DISLIVELLO IN SALITA: m 650 circa
ORE DI CAMMINO: 3 e 1/4
DIFFICOLTA': E