SUPERGRUPPO
ALPINO:
Dolomiti di Gardena
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Sassolungo e Sassopiatto da Col Raiser |
E' venerdì 30 luglio 2021, il clima è caldo, quando non è mitigato da una piacevole brezza o dalla quota, in cielo transitano numerose nuvole, ma fino a pomeriggio inoltrato il sole la fa da padrone, l'orizzonte è molto velato. Sono da solo (tempi duri!) e con una certa fatica trovo a Selva di Val Gardena (che ora si fa chiamare - in italiano - Selva Gardena) la stazione inferiore (molto appartata, ma scarsamente indicata) della cabinovia che porta in cima al Col Raiser.
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Il versante Sud delle Odle da Col Raiser |
Alle
9,45 sono finalmente sceso alla stazione superiore (m 2107) della
cabinovia, al cospetto del versante Sud delle Odle, di cui un anno fa
ho conosciuto il più rinomato versante Nord dalla val di Funes. Il
paesaggio è bellissimo, sia per le montagne (tra le quali riconosco
facilmente a Sud il Sassolungo), sia per i prati e pascoli che
addolciscono di verde il fondovalle ed alcuni colli di minore
altitudine.
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Scendendo al rifugio Vicenza, visibile a destra |
Al
rifugio fanno capo numerosi sentieri, che non si incrociano tutti
allo stesso punto, e quindi vanno cercati attentamente uno ad uno. Le
frecce segnaletiche del locale Club alpino sono abbondanti, precise,
ricche di informazioni, anche se bisognose di una mano di vernice
protettiva, e mi aiutano a trovare il sentiero inizialmente
contrassegnato da due numeri (2 e 3) che intendo imboccare verso Est
alla volta della mia meta odierna.
Dopo
aver superato una piccola altura, ricoperta da macchia mediterranea e
aghifoglie, si arriva ad un cancello che non si apre, ma si deve
scavalcare, per evitare di far passare il bestiame al pascolo. Il
sentiero si perde immediatamente in una larga fiumara ora
asciutta, piatta e poco inclinata verso Ovest. Per chi è
diretto alla nostra meta occorre tenersi inizialmente dentro
questa fiumara, sulla sua destra a non più di venti metri dal bordo
sud, e dopo circa un chilometro si vedrà un piccolo segnavia 2-3 su
un masso indicare il punto in cui andrà abbandonata la fiumara di
sassi e pietrame per imboccare una traccia tra mughi e spianate
erbose, confortati da qualche segnavia 2-3.
In tutto il resto del
percorso odierno la segnaletica formata da frecce di legno con
l'indicazione della nostra meta di salita o di ritorno sarà
inequivocabile, soprattutto in corrispondenza delle numerose
biforcazioni. Fino a qui, dalla discesa dalla cabinovia avremo
percorso un lungo tratto di falsopiano, in tendenziale salita. Dalla
prima freccia che troveremo dopo la fiumara il sentiero punterà
decisamente verso Sud-Sud-Est in salita, e l'ambiente circostante
diventerà sempre più piacevole e caratteristico.
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Mandria al pascolo |
Io mi sono
imbattuto in una mandria di mucche al pascolo, infastidite solo dai
loro campanacci. Mi sono chiesto dove intendevano passare la notte o
ripararsi nei momenti di maltempo, vista l'assenza di stalle o casere
in tutta la valle dla Roa, che ora stiamo risalendo.
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Biforcazione dei sentieri n. 2 e n. 3 |
A un certo punto
i due sentieri 2 e 3 si dividono. Il numero 2 porta a destra (Sud) al
rifugio Puez, attraverso la forcella Forces de Sieles con un percorso
alquanto ardito. Il 3 invece risale la nostra valle verso Nord-Est
fino all'omonima forcella, dove è mia intenzione arrivare oggi.
L'ambiente è pietroso, con molti bei prati adatti al pascolo e
coperti, in questa stagione, da fioriture di ranuncoli, genzianelle e
altri fiori di diversi colori. Sulla destra (Sud e Est) siamo
affiancati da cime imponenti, seppure non molto conosciute (Col da la
Pieres, Piz Duleda) che collegano il gruppo del Puez a quello delle
Odle.
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Al centro la forcella, a destra Piz Duleda |
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Orchidee |
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Prati fioriti in alta val dla Roa |
Gli ultimi cento metri di dislivello sono un po' più ripidi,
ma mai troppo faticosi, e depongono alla ventosa |
Gli ultimi 100 metri di salita, da dx verso sx |
forcella
dla Roa (m
2617), che alla sua destra (Sud) ha il Piz Duleda, la cui cima è
raggiungibile da qui tramite un sentiero parzialmente attrezzato, non
individuabile da dove sono arrivato io. Dall'altra parte (Nord-Est)
la salita alla forcella è più ripida e in lontananza si mostra il
Sass de Putia, dove sono stato un anno fa, senza arrivare sulla cima
vera e propria. Questa forcella è molto gradevole per i panorami che
offre, per l'agevole salita dalla nostra parte e per il senso di alta
montagna che offre, anche per la scarsa presenza umana (stamattina
una dozzina di persone incrociate mentre ero in salita e tre arrivate
poco dopo di me in cima provenendo dalla parte opposta).
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Indicazioni segnaletiche in forcella |
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L'autore in forcella |
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Dalla forcella verso Nord-Est |
Da
qui dopo la pausa pranzo ci sono praticamente tre alternative:
1.
Scendere ripidamente per circa 130 metri dalla parte settentrionale
fino al sentiero n. 13 e poi risalire subito a sinistra (Ovest) fino
alla vicina e più ostica forcella Munt da l'Ega (m 2642), e poi con
la calma ritornare al rifugio Firenze per un sentiero parallelo a
quello da me percorso in salita.
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Il precipizio del versante Nord-Est |
2.
Imboccare in quota verso Sud-Est, sotto il Piz Duleda restando in Val
dla Roa, il sentiero n. 3/A per Sella Nives e poi per il rifugio
Puez.
3.
Percorrere in senso inverso l'itinerario dell'andata.
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Il Sass de Putia al teleobiettivo |
Io
ho scelto la terza opzione, che è risultata un po' disagevole per il
caldo che si faceva sentire sempre più man mano che si scendeva e
per le frequenti contropendenze affrontate dalle parti del rifugio
Firenze.
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Scritta su un prato a quota 2500 (in salita non c'era) |
Per
me comunque un'esperienza positiva, in aree sentite nominare, ma mai
frequentate. Mi ha colpito il fatto che il versante meridionale delle
Odle non è visibile dal fondovalle della Gardena (dove abita la maggior parte dei residenti), ma solo se si sale
oltre i 2000 metri di quota.
DISLIVELLO IN SALITA: m 850 circa
ORE DI CAMMINO: 4 e 1/2
DIFFICOLTA': E