domenica 1 agosto 2021

Forcella dla Roa (Piz Duleda)


SUPERGRUPPO ALPINO:

Dolomiti di Gardena


Sassolungo e Sassopiatto da Col Raiser

E' venerdì 30 luglio 2021, il clima è caldo, quando non è mitigato da una piacevole brezza o dalla quota, in cielo transitano numerose nuvole, ma fino a pomeriggio inoltrato il sole la fa da padrone, l'orizzonte è molto velato. Sono da solo (tempi duri!) e con una certa fatica trovo a Selva di Val Gardena (che ora si fa chiamare - in italiano - Selva Gardena) la stazione inferiore (molto appartata, ma scarsamente indicata) della cabinovia che porta in cima al Col Raiser.


Il versante Sud delle Odle da Col Raiser

Alle 9,45 sono finalmente sceso alla stazione superiore (m 2107) della cabinovia, al cospetto del versante Sud delle Odle, di cui un anno fa ho conosciuto il più rinomato versante Nord dalla val di Funes. Il paesaggio è bellissimo, sia per le montagne (tra le quali riconosco facilmente a Sud il Sassolungo), sia per i prati e pascoli che addolciscono di verde il fondovalle ed alcuni colli di minore altitudine. 


Scendendo al rifugio Vicenza, visibile a destra

Al rifugio fanno capo numerosi sentieri, che non si incrociano tutti allo stesso punto, e quindi vanno cercati attentamente uno ad uno. Le frecce segnaletiche del locale Club alpino sono abbondanti, precise, ricche di informazioni, anche se bisognose di una mano di vernice protettiva, e mi aiutano a trovare il sentiero inizialmente contrassegnato da due numeri (2 e 3) che intendo imboccare verso Est alla volta della mia meta odierna. 



Dopo aver superato una piccola altura, ricoperta da macchia mediterranea e aghifoglie, si arriva ad un cancello che non si apre, ma si deve scavalcare, per evitare di far passare il bestiame al pascolo. Il sentiero si perde immediatamente in una larga fiumara ora asciutta, piatta e poco inclinata verso Ovest. Per chi è diretto alla nostra meta occorre tenersi inizialmente dentro questa fiumara, sulla sua destra a non più di venti metri dal bordo sud, e dopo circa un chilometro si vedrà un piccolo segnavia 2-3 su un masso indicare il punto in cui andrà abbandonata la fiumara di sassi e pietrame per imboccare una traccia tra mughi e spianate erbose, confortati da qualche segnavia 2-3. 

In tutto il resto del percorso odierno la segnaletica formata da frecce di legno con l'indicazione della nostra meta di salita o di ritorno sarà inequivocabile, soprattutto in corrispondenza delle numerose biforcazioni. Fino a qui, dalla discesa dalla cabinovia avremo percorso un lungo tratto di falsopiano, in tendenziale salita. Dalla prima freccia che troveremo dopo la fiumara il sentiero punterà decisamente verso Sud-Sud-Est in salita, e l'ambiente circostante diventerà sempre più piacevole e caratteristico. 

Mandria al pascolo

Io mi sono imbattuto in una mandria di mucche al pascolo, infastidite solo dai loro campanacci. Mi sono chiesto dove intendevano passare la notte o ripararsi nei momenti di maltempo, vista l'assenza di stalle o casere in tutta la valle dla Roa, che ora stiamo risalendo. 

Biforcazione dei sentieri n. 2 e n. 3





A un certo punto i due sentieri 2 e 3 si dividono. Il numero 2 porta a destra (Sud) al rifugio Puez, attraverso la forcella Forces de Sieles con un percorso alquanto ardito. Il 3 invece risale la nostra valle verso Nord-Est fino all'omonima forcella, dove è mia intenzione arrivare oggi. L'ambiente è pietroso, con molti bei prati adatti al pascolo e coperti, in questa stagione, da fioriture di ranuncoli, genzianelle e altri fiori di diversi colori. Sulla destra (Sud e Est) siamo affiancati da cime imponenti, seppure non molto conosciute (Col da la Pieres, Piz Duleda) che collegano il gruppo del Puez a quello delle Odle. 

Al centro la forcella, a destra Piz Duleda


Orchidee


Prati fioriti in alta val dla Roa


Gli ultimi cento metri di dislivello sono un po' più ripidi, ma mai troppo faticosi, e depongono alla ventosa 
Gli ultimi 100 metri di salita, da dx verso sx
forcella dla Roa (m 2617), che alla sua destra (Sud) ha il Piz Duleda, la cui cima è raggiungibile da qui tramite un sentiero parzialmente attrezzato, non individuabile da dove sono arrivato io. Dall'altra parte (Nord-Est) la salita alla forcella è più ripida e in lontananza si mostra il Sass de Putia, dove sono stato un anno fa, senza arrivare sulla cima vera e propria. Questa forcella è molto gradevole per i panorami che offre, per l'agevole salita dalla nostra parte e per il senso di alta montagna che offre, anche per la scarsa presenza umana (stamattina una dozzina di persone incrociate mentre ero in salita e tre arrivate poco dopo di me in cima provenendo dalla parte opposta).


Indicazioni segnaletiche in forcella

L'autore in forcella

Dalla forcella verso Nord-Est
Da qui dopo la pausa pranzo ci sono praticamente tre alternative:

1. Scendere ripidamente per circa 130 metri dalla parte settentrionale fino al sentiero n. 13 e poi risalire subito a sinistra (Ovest) fino alla vicina e più ostica forcella Munt da l'Ega (m 2642), e poi con la calma ritornare al rifugio Firenze per un sentiero parallelo a quello da me percorso in salita.

Il precipizio del versante Nord-Est

2. Imboccare in quota verso Sud-Est, sotto il Piz Duleda restando in Val dla Roa, il sentiero n. 3/A per Sella Nives e poi per il rifugio Puez.

3. Percorrere in senso inverso l'itinerario dell'andata.




Il Sass de Putia al teleobiettivo

Io ho scelto la terza opzione, che è risultata un po' disagevole per il caldo che si faceva sentire sempre più man mano che si scendeva e per le frequenti contropendenze affrontate dalle parti del rifugio Firenze.

Scritta su un prato a quota 2500 (in salita non c'era)

Per me comunque un'esperienza positiva, in aree sentite nominare, ma mai frequentate. Mi ha colpito il fatto che il versante meridionale delle Odle non è visibile dal fondovalle della Gardena (dove abita la maggior parte dei residenti), ma solo se si sale oltre i 2000 metri di quota.




DISLIVELLO IN SALITA: m 850 circa
ORE DI CAMMINO: 4 e 1/2
DIFFICOLTA': E








sabato 8 maggio 2021

Cima Vallon Scuro

SUPERGRUPPO ALPINO:

Catena Cavallo-Visentin



E' sabato 8 maggio 2021, il clima è fresco per la stagione e ventoso, in cielo transita qualche nuvola, ma il sole la fa da padrone, l'orizzonte è un po' velato. Siamo in quattro e verso le 9.30 parcheggiamo le due auto a quota m 530 circa, sulla strada che da Valmareno va a Praderadego, nei pressi del tornante a sinistra dopo il quale alcune transenne bloccano la strada. Decidiamo di salire a piedi la strada asfaltata e poco dopo troviamo un grosso masso sulla destra, forse precipitato dall'alto, imponendo la chiusura precauzionale (alcuni mesi fa) della strada. In breve arriviamo all'imbocco del sentiero n. 1072 verso Nord (destra) con l'indicazione Forcella Foran. Il primo tratto del sentiero è in moderata salita sulla destra idrografica della Val de Foran, ma attraversiamo poi il fondo valle (che forse è percorso da un corso d'acqua dopo le precipitazioni) e passiamo sull'altro versante. Il sentiero sale più decisamente in un bosco di piccole latifoglie (principalmente carpini, credo), rimanendo però discretamente tracciato, con fondo terroso/roccioso e con uno strato di foglie secche. Notiamo splendide genziane ad una quota insolitamente bassa. La stagione e la giornata incoraggiano molte varietà di uccelli ad esibire le loro virtù canore. Proseguiamo lentamente perché per alcuni di noi è la prima escursione dell'anno. Troviamo due biforcazioni, segnalate con frecce, ma noi manteniamo il sentiero diritto. 

Forcella Foran verso il Col de Moi


Dopo un'ora e mezza l'ascesa si fa molto ripida e poi finalmente sbuchiamo fuori dal bosco, su prati assai scoscesi e raggiungiamo l'agognata Forcella Foran (m 1130). 
Il luogo è ameno e ci offre un bel panorama verso la prativa cima del Col de Moi ad Ovest, facilmente raggiungibile per una cresta obliqua, e verso la valle che abbiamo appena risalito a Sud. Agli altri due punti cardinali c'è un bosco di abete rosso. Questo è un importante incrocio di sentieri. Noi prendiamo il sentiero che punta in salita verso Sud-Est, ai bordi del bosco, lasciando a destra un altro sentiero che si stacca orizzontale in direzione del Bivacco dei Loff. 



Inizio della salita alla Cima Vallon Scuro






Il nostro nuovo viottolo sale deciso lungo la cresta erbosa della Cima Vallon Scuro, di cui vediamo e attraversiamo due vette minori.










Da Cima Vallon Scuro verso Nord



Dopo un po' si vede anche la cima vera e propria, che è la più alta della zona (m 1286), dopo quella del Col de Moi, e che raggiungiamo con gran soddisfazione per il panorama a 360° che ci regala, a Sud verso la pianura, a Ovest verso il monte Cesen, a Nord sulla Val Belluna e a Est in direzione del Col Visentin. Ci sorvola un silenzioso aliante e spieghiamo ad una comitiva di ragazzi giunta prima di noi che è stato sicuramente portato in quota grazie al traino di un aereo.

Cima Vallon Scuro




















Il Crodon del Gevero da Cima Vallon Scuro
Il vento è forte e quindi dopo un po' cominciamo a scendere verso la sella tra la nostra cima e quella del Crodon del Gevero, più bassa (m 1250), ma con un aspetto molto più montuoso, grazie ad alcune pareti verticali stratificate. Si potrebbe salire anche su questa seconda cima, ma l'umore del gruppo è più orientato verso il pranzo e quindi scendiamo ancora per un breve sentiero ben tracciato che ci immette nel sentiero che conduce al Bivacco dei Loff (m 1134), proprio sotto il predetto Crodon. 

Scendendo da Cima Vallon Scuro








Bivacco dei Loff













Qui troviamo alcune persone che si rifocillano davanti al ricovero, aperto, ma incustodito, e le imitiamo prontamente e volentieri, sedendoci su apposite panche. E' preferibile restare al sole, perché il vento porta un'aria più da marzo che da maggio. 


Casera Vallon Scuro
Adeguatamente rinfrancati imbocchiamo il sentiero che porta in quota verso Est, scartando il percorso diretto in senso opposto, sempre in quota. Quest'ultimo ci farebbe ritornare più direttamente alla Forcella Foran, ma lo sconsiglio perché per i miei gusti è un po' esposto e potrebbe non perdonare una scivolata verso il sottostante verticale pendio erboso. In pochi minuti arriviamo invece all'incrocio di sentieri in località Bonboi (m 1100 circa), dove scegliamo il primo sentiero a sinistra (Ovest). col n. 2, che dopo una corta salita si biforca ulteriormente. Andando a sinistra si salirebbe sul Crodon del Gevero dalla parte opposta rispetto alla selletta che abbiamo attraversato prima di pranzo, cioè da Est, e mi riprometto di sperimentarlo alla prima occasione, mentre oggi prendiamo il sentiero di destra che in moderata salita ci porta brevemente alla Casera Vallon Scuro (m 1200) dopo aver attraversato un bosco di abeti rossi, molti dei quali abbattuti anche attraverso il sentiero. La casera, chiusa, ci invita alla sosta, e proviamo a vedere se i nostri cellulari trovano campo, con esiti incerti. 


Forcella Foran






Ripartiamo con una breve salita e poi in discesa verso Sud-Ovest, sempre lungo il sentiero n. 2 e sempre dentro il bosco di abeti rossi in parte caduti. Devo segnalare che l'ultima volta che sono passato da queste parti, sei mesi fa, non ho visto alberi abbattuti, e quindi questi sono stati sradicati più di recente, non certo dalla tempesta Vaia. In poco tempo arriviamo alla Forcella Foran ed affrontiamo l'erta discesa verso la strada di Praderadego. 








Nel bosco in Val de Foran
La fatica è inferiore a quella di salita, ma quelli di noi che non si sono dotati di bastoncini da trekking se ne pentono amaramente, visto come risulterebbero utili adesso per favorire l'equilibrio e ridurre il carico sulle ginocchia. Quando raggiungiamo la strada praticamente il giro è finito, anche se mancano dieci minuti di discesa, sfiorati da macchine che approfittano della rimozione delle transenne che impedivano il transito. 

 

In conclusione un'escursione raccomandabile a chi è disposto a superare qualche pendenza un po' accentuata e faticosa della salita iniziale pur di arrivare su una delle più belle cime, per paesaggio e vedute, delle Prealpi trevigiane. Sempre logici e ben tracciati i sentieri percorsi, con la necessità di scavalcare qualche albero caduto come unica criticità.

















tracciato.gpx
DISLIVELLO IN SALITA: m 900 circa
ORE DI CAMMINO: 4 e 1/2
DIFFICOLTA': E