SUPERGRUPPO ALPINO:
Dolomiti di Fassa
E' giovedì 3 settembre 2020, il clima è soleggiato, con alcune nuvole soprattutto sopra le cime più alte, la temperatura è fresca, il cielo è abbastanza limpido. Siamo in quattro, in compagnia di una brava giovane cagna, e alle 9,30 lasciamo le auto nel piccolo parcheggio della
Malga Vallazza (m 1940), situata un po' a valle verso Ovest del Passo Vallès. I giorni scorsi è piovuto molto e sopra i 2500 metri è nevicato. Fino a Forcella Iuribrutto l'acqua sarà molto (talvolta anche troppo) presente sul nostro itinerario, mentre nei pressi della nostra cima odierna si farà vedere la neve. Attraversando da subito con un guado un corso d'acqua, imbocchiamo a sinistra (Ovest) della malga il sentiero n. 623 che con qualche saliscendi ci porta attraverso un bosco a
Malga Iuribrutto (m 1912) dopo un percorso scomodo per via delle pietre alquanto sconnesse e scivolose usate come pavimentazione.
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Il lago Iuribrutto verso Cima Bocche |
Poco dopo Malga Iuribrutto prendiamo a destra (Nord) il sentiero n. 629 che dopo una salita abbastanza ripida raggiunge il pianoro dove si trova il
Lago Iuribrutto (m 2206), sulle cui acque si specchiano le crode circostanti, tra le quali spicca il versante Est di Cima Bocche. E' evidente l'origine vulcanica delle montagne di questo gruppo, soprattutto dalla loro forma arrotondata e dalle formazioni rocciose di colore scuro che le compongono e che assumono a volte - specialmente nelle pareti Nord - un aspetto colonnare. Sono rocce formatesi quasi 300 milioni di anni fa, molto diverse da quelle che caratterizzano le Dolomiti. Un'altra particolarità che distingue nettamente il gruppo di Cima Bocche (e pure i Lagorai) dalle Dolomiti che lo circondano è l'elevata presenza di corsi d'acqua, che formano anche numerosi laghi e laghetti.
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Salita al Passo Iuribrutto |
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Mulaz e Pale di San Martino Nord |
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Passo Iuribrutto |
Continuando a salire lungo il sentiero n. 629 raggiungiamo il
Passo Iuribrutto (m 2394), importante valico che separa Cima Bocche ad Ovest dal Monte Iuribrutto a Est e collega il versante del Passo Vallès a Sud con quello del Passo San Pellegrino a Nord. Vi sorge una tettoia in legno, pomposamente denominata bivacco Iuribrutto. Qui lasciamo uno dei componenti del nostro gruppo, poco desideroso di affrontare la faticosa parte finale dell'itinerario odierno. Noi tre prendiamo il sentiero n. 628, che si inerpica sul ripido versante Est di Cima Bocche, passando per una pietraia che ci obbliga ad un'avanzata piuttosto impegnativa per la necessità di saltare da un masso all'altro cercando di non cadere. Questa è la parte più tecnicamente complicata dell'intera escursione, finché giungiamo sulla selletta (m 2560) che immette nella cresta Est di Cima Bocche, dove si congiunge al nostro il sentiero n. 626 proveniente dal lago di Bocche. Davanti ai nostri occhi si apre la vasta rampa sommitale di Cima Bocche, percorsa dal nostro sentiero n. 628 verso Nord e segnata da numerose trincee risalenti alla Prima Guerra Mondiale (qui combattevano gli Austro-Ungarici) lungo la sua estremità orientale.
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Dalla cresta Est di Cima Bocche verso il Monte Iuribrutto |
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Sulla vetta |
Con minore fatica giungiamo infine, dopo più di 3 ore di cammino complessivo, all'agognata vetta di
Cima Bocche (m 2745), meta della nostra escursione, contrassegnata da una specie di capitello. Il panorama è grandioso, anche grazie alla limpidezza odierna dell'aria. Per citare solo le montagne più importanti, a Nord ammiriamo il Catinaccio, il Sassolungo, la Marmolada e la Civetta. Verso Sud dominano le pareti settentrionali delle Pale di San Martino, fiancheggiate dai Lagorai.
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Da Cima Bocche verso Sud |
Ci rifocilliamo velocemente (anche la cagna) e ripercorriamo, questa volta in discesa, il sentiero n. 628. La parte di sentiero compresa tra la selletta di quota m 2560 e il Passo Iuribrutto è impegnativa come in salita, a causa delle grosse pietre che richiedono molta attenzione.
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Dal sentiero n. 631 verso la Cima |
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Lastè di Iuribrutto |
Scendiamo quindi all'omonimo lago, che va aggirato per imboccare verso Nord-Est il sentiero n. 631, da noi scelto per il rientro, in modo da chiudere la passeggiata con un percorso ad anello, fino a Malga Vallazza, punto di partenza e di parcheggio delle auto. Questo sentiero sale prima di oltre 100 metri, in modo ripido e scosceso, al
Lastè di Iuribrutto (m 2340) (dove ritroviamo il nostro amico rinunciatario), e poi si immette in un tracciato risalente alla Prima Guerra Mondiale, e con tutta probabilità mai oggetto di manutenzione sin da allora. Il fondo del sentiero è pavimentato da pietre piatte, ma spostate dalle intemperie, che rendono oltre modo fastidioso l'avanzare del povero escursionista. Quando il sentiero scende sotto quota m 2000 si infila in un bosco e raccoglie tutti i corsi d'acqua dei dintorni, che lo trasformano praticamente in un torrente, mancando del tutto canalette di scolo laterali. Con molti disagi, arriviamo finalmente a Malga Vallazza dopo 7 ore di duro, ma remunerativo cammino. Abbiamo attraversato zone molto suggestive ed insolite delle montagne che segnano il confine tra Veneto e Trentino, e dalla vetta abbiamo potuto riempirci gli occhi con paesaggi davvero meravigliosi.
DISLIVELLO IN SALITA: m 1000 circa
ORE DI CAMMINO: 7
DIFFICOLTA': E con passaggi EE specialmente sul sentiero n. 631