venerdì 20 luglio 2018

Monte Penna

SUPERGRUPPO ALPINO:
Dolomiti Settentrionali di Zoldo


E' mercoledì 18 luglio 2018, il clima è caldo, il cielo è attraversato dal passaggio di nuvole, sulle quali però il sole ha prima o poi la meglio. Sono solo, non avendo trovato neanche un compagno per oggi. Parcheggio l'auto a Coi di Zoldo Alto (m 1500), nella piazza dei Zocoi, e imbocco la ripida stradina con segnavia 473, asfaltata solo all'inizio, che porta verso Nord-Ovest alle Casere di Coi (m 1608), dove si prende la mulattiera con lo stesso segnavia che sale a destra fino alle Mandre so' Pelf (m 1908), zona pianeggiante un tempo di pascolo, ma oggi colonizzata dai mughi, situata ai piedi della Fissura del Pelmo, che incombe grandioso. Qui, dopo un'ora di cammino, incrocio l'importante sentiero n. 472 che aggira il massiccio Pelmo-Pelmetto a Sud, e ne prendo il ramo che punta a destra (Est). Si sale così ai Lach (m 1981), piccola brughiera d'alta quota, il cui passaggio può risultare problematico in periodi umidi, per le distese di fango che il sentiero attraversa.


Appare verso Nord-Est per la prima volta la mia meta odierna. Superata a sinistra la torre sporgente denominata Dambra e sita in corrispondenza dello spigolo Sud-Est del Pelmo, il sentiero perde circa 100 m di quota, per poi risalire al Passo di Rutorto (m 1931), a due ore dalla partenza, nei pressi del quale sorge il rifugio Venezia, uno dei più conosciuti e frequentati delle Dolomiti.




Volgendo lo sguardo ad Est si vede elevarsi il Monte Penna alla fine degli ampi Campi di Rutorto, dove pascolano mucche e cavalli in libertà, coi rispettivi piccoli. Per raggiungere la base del Penna, conviene tenersi sul bordo destro (Sud) dei Campi di Rutorto, facendo attenzione a non innervosire le mandrie al pascolo e ad evitare le zone troppo fangose ed eccessivi saliscendi. Raggiunta la base del Monte Penna, occorre individuare il sentiero ben tracciato che lo sale fino alla cima. Tale sentiero non è segnalato in modo evidente, e comincia all'estremità destra (Sud) del bosco che avvolge ad Ovest la montagna. E' importante trovare questo sentiero perché nella metà inferiore della montagna il sottobosco è fitto di cespugli (soprattutto di rododendro), che spesso mascherano fenditure rocciose di tipo carsico che possono rappresentare un pericolo per l'escursionista.


Il sentiero taglia diagonalmente da destra a sinistra i boschi che avvolgono la base del monte, e quando raggiunge il bordo sinistro (Nord) diviene molto ripido, esce dal bosco e sbuca sul bel pianoro erboso inclinato situato sulla cima del Monte Penna (m 2196), dalla quale il Pelmo riempie imperioso lo sguardo col suo versante Est, il più universalmente conosciuto.
Raggiungo la cima in circa 3 ore e mezza dalla partenza, con un bel po' di fiatone a causa soprattutto della ripidezza finale. La cima vera e propria è posta su un cocuzzolo roccioso più a Est, con croce e segnale goniometrico, raggiungibile con un po' di attenzione.




Dopo di essermi rifocillato sdraiato sull'erba, riparto per il ritorno. Dall'alto è più facile trovare il sentiero, che deposita ai bordi degli ondulati Campi di Rutorto. La risalita ai Lach si rivela faticosa, anche per il caldo.

Ai Lach, abbandono il sentiero 472 e imbocco un sentiero segnalato, ma non numerato, che scende verso sinistra (Sud-Ovest) più diretto verso Coi. Attraversa 4 successivi e suggestivi ripiani erbosi semi-pianeggianti, ma i raccordi tra questi ripiani sono molto ripidi e senza i bastoncini da trekking che ho con me metterebbero a dura prova le ginocchia. Arrivato finalmente al bivio delle Casere di Coi, mi abbevero senza risparmio alla fresca fontana che impreziosisce il luogo.
Alla piazza dei Zocoi arrivo dopo 2 ore e mezza dalla partenza in cima al monte Penna, alquanto stremato. Questa escursione me la ricordavo meno faticosa, ma forse è dipeso dal fatto che le altre volte che l'ho affrontata ero in compagnia.





DISLIVELLO IN SALITA: m 1000
ORE DI CAMMINO: 6
DIFFICOLTA': E