Dolomiti Settentrionali di Zoldo
All'imboccatura del sentiero n. 497, che sale verso Est al passo Tamai, inforchiamo le ciaspe ed affrontiamo il percorso, oggi interamente su neve fresca (essendo noi i primi a percorrerlo dopo la nevicata di ieri), fatta eccezione ovviamente per il ritorno, che ricalcherà la nostra traccia dell'andata. Il sentiero è in realtà una mulattiera, ma la differenza è evidente d'estate, molto meno con circa un metro di neve caduta nella scorsa settimana. Magico è l'effetto degli alberi carichi di neve, che ci circondano attorno a noi e in tutta la vallata di Zoldo.
In circa un'ora le nuvole sono sparite ed il sole finalmente ci illumina una volta arrivati al passo Tamai (m 1715), dove sostiamo e incontriamo una coppia di escursionisti saliti dalla parte opposta (Est) e che ridiscendono subito verso Zoppé di Cadore. Sul passo c'è un incrocio di sentieri, segnalato da adeguate indicazioni su un paletto.
Noi prendiamo il sentiero n. 499 che punta a destra (Sud), tenendosi sull'ampia cresta boscosa denominata Col Nero. Dopo un tratto in lieve salita si trova un altro incrocio (la Forzela) poco segnalato. A destra si scenderebbe a Costa, ma noi proseguiamo dritti. Dopo una discesa inizia una ripida salita con più d'una traccia battuta. Facendo attenzione a non tenerci troppo a sinistra (Est), giungiamo infine con un po' di fiatone sulla sommità spoglia di alberi del Monte Punta, la nostra meta (m 1952, un'ora e mezza dopo il passo Tamai), dove arriva insieme con noi un altro ciaspolatore che ci aveva nel frattempo raggiunti.
Il panorama è meraviglioso e letteralmente a 360 gradi, anche se una nuvola oscura si è piazzata sopra il centro dell'alta Val di Zoldo ed il cielo non è del tutto nitido. Le foto danno un'idea dello spettacolo, da ammirare senza avvicinarsi troppo alle cornici di neve del bordo orientale della cima, e ritraggono le inquadrature che preferisco, verso il sommo Pelmo (NordEst) e verso il Bosconero (Est). Mentre ci concediamo un veloce spuntino le nuvole nascondono il sole. Il mio compagno sconsiglia di scendere per il ripido sentiero che cala dalla cima del Punta verso Sud, e quindi ritorniamo sulle nostre tracce, ripassando per il passo Tamai quando il cielo si è completamente coperto. La gita si è rivelata la soluzione ideale per interrompere il digiuno invernale di escursioni in montagna, che per me durava da troppo tempo. L'itinerario è sicuramente remunerativo anche d'estate, in una giornata di sole senza foschia.
DISLIVELLO IN SALITA: m 600
ORE DI CAMMINO: 4 e 1/2
DIFFICOLTA': E