Dolomiti Ampezzane
E' sabato 13 agosto 2016. Cielo sereno, con qualche nuvola. Siamo in due. Poco prima delle 9,30 arriviamo nei pressi di forcella Staulanza al parcheggio (m 1663) dove parte la mulattiera per il rifugio Città di Fiume, con segnavia 467. Vista la data della nostra escursione, è inutile sperare di non trovare affollamento lungo il percorso, ed infatti fino alla malga Prendera non soffriamo certo di solitudine. Fino al rifugio (m 1918) restiamo dentro un bosco rado di abeti, poi passiamo a costeggiare il Col della Puina ed altri rilievi minori con saliscendi su terreno erboso con qualche albero. Dalle forcelle che ci lasciamo sulla destra si hanno belle vedute verso la valle del Boite. Malga Prendera (m 2148) non è utilizzata, forse a causa della scarsità di acqua, anche se a vedere la folla e le vacche che la circondano sembrerebbe di sì. Qui l'ambiente è dominato da pascoli ondulati, che si estendono verso Ovest nella zona di Mondeval, e dalle cime delle Rocchette a Nord, da questo versante decisamente alpinistiche. Noi seguiamo ancora per un po' il sentiero principale, che nel frattempo ha cambiato il numero due volte (prima 458 e poi 436).
Senza un riferimento preciso, abbandoniamo quindi il sentiero (e la folla) inerpicandoci a destra (Nord) per una costa sassosa dove troviamo ometti di pietre che ci aiutano a seguire il percorso più logico verso un canalino situato tra il Becco di Mezzodì e le Rocchette. Questo è l'unico tratto un po' tecnico della passeggiata odierna (EE) e richiede talvolta l'uso delle mani nella progressione. Arrivati alla forcelletta situata alla testata del canalino, ci si spalanca la veduta davvero mozzafiato della conca d'Ampezzo verso Nord. Eravamo stati qui pochi anni fa, ma lo stupore è sempre lo stesso. Il restante percorso per la vetta più alta di tutto il sottogruppo si snoda verso Sud-Est per facili ed ampie creste sassose e rocciose.
Dalla cima della Rocchetta di Prendera (m 2496) - dove ci cede il posto una comitiva chiassosa - il panorama è incantevole, e non solo verso il vicino Pelmo a Sud. Per il ritorno percorriamo lo stesso itinerario dell'andata, avvertendo una certa fatica per i saliscendi che dobbiamo affrontare fino a poco prima del rifugio Città di Fiume.
Aggiornamento del 1° agosto 2018.
Dopo due anni ci sono ritornato, con un altro partner. Segnalo le novità. Dal rif. Fiume è in costruzione una strada sterrata molto ampia, che sta prendendo il posto della preesistente mulattiera, di cui ricalca il tracciato spianando qualche saliscendi.
Ritengo infine utile dare un riferimento preciso per indicare quando - in prossimità della forcella Col Duro - è opportuno abbandonare il sentiero segnato n. 436 per affrontare la salita del ghiaione prima del canalino finale.
A quota m 2240 circa, pochi metri prima di una forcelletta dove passa una palizzata con cavo elettrico per delimitare le zone di pascolo del bestiame, si vede a destra un ometto di pietre, che è il primo di una lunga serie che conduce obliquamente sotto la parete Sud del Becco di Mezzodì e poi su per il canalino.
Prima di raggiungere la sommità di questo conviene prendere a destra (Est), rinviando la stupenda visione di Cortina.a dopo un breve traverso su un ghiaione sempre verso Est.
DISLIVELLO IN SALITA: m 1050
ORE DI CAMMINO: 6 e 1/2
DIFFICOLTA': EE come da descrizione, per il resto E
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